"si no hay perturbación, no corresponde que haya deseo de conservarse ni temor de perderse".
martes, 25 de febrero de 2014
En Nuovi Argomenti
Mario Benedetti, “Tersa morte”:
per Diego Bentivegna
Fin dai versi raccolti in Umana gloria è possibile postulare la prevalenza nella poesia di Benedetti di una Stimmung, di un’intonazione: quella elegiaca. Se nelle sue forme tradizionali l’elegia si è tradotta in testi di largo respiro, con lunghe filze di versi inscritti in parametri metrici (l’esametro latino; l’endecasillabo italiano che adotteranno anche i poeti spagnoli) percepiti come alti e sublimi, la poesia di Mario Benedetti si muove piuttosto sul piano di quello che potremmo pensare come “l’elegiaco”. Non è quindi una poesia che ha trovato il genere preciso, lo spazio misurato e una definita atmosfera; si tratta piuttosto della ricerca di un tono che, in modo o nell’altro, prende parte all’elegiaco.
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