sábado, 10 de septiembre de 2011

Hackers y jesuitas

En Corriere della sera:

Il blogger che difende gli hacker guiderà «La Civiltà Cattolica»
Padre Antonio Spadaro, 45 anni, chiamato alla direzione della prestigiosa rivista dei gesuiti
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Il blogger che difende gli hacker guiderà «La Civiltà Cattolica»

Padre Antonio Spadaro, 45 anni, chiamato alla direzione della prestigiosa rivista dei gesuiti

Nell'ultimo numero si è occupato di lui anche l'«Economist», due pagine dedicate alla «cyberteologia» e a questo brillante gesuita quarantacinquenne, docente di letteratura all'Università Gregoriana e studioso di comunicazione digitale, blogger e animatore di riflessioni sull'«intelligenza della fede al tempo della Rete», del sito di scrittura creativa «BombaCarta» e di pagine dedicate a scrittori come Flannery O'Connor e Pier Vittorio Tondelli.

Di recente aveva fatto parlare di sé un suo articolo sul tema «Etica hacker e visione cristiana», là dove la parola «hacker» - a scanso di equivoci ricorrenti - era intesa nel senso originario, costruttivo nonché contrapposto ai veri e propri pirati informatici, i «crackers» distruttori. Ed ora per padre Antonio Spadaro, dal 1998 «scrittore» e critico letterario della «Civiltà Cattolica», si prepara un compito che annuncia novità anche per la prestigiosa rivista della Compagnia di Gesù: il padre generale dei gesuiti, Adolfo Nicolás, lo nominerà domani nuovo direttore.


Padre Antonio Spadaro, nuovo direttore della rivista «La Civiltà Cattolica» fondata nel 1850 per volontà di Pio IX
Padre Spadaro succede a padre Gian Paolo Salvini, 75 anni, che guidava «La Civiltà Cattolica» dal 1985. Nato a Messina, dove si è laureato in filosofia prima del dottorato in teologia alla Gregoriana, il nuovo direttore della più antica rivista italiana - venne fondata nel 1850 per volontà di Pio IX ed ha un rapporto molto particolare con la Santa Sede: prima della pubblicazione, le bozze sono inviate per l'approvazione alla Segreteria di Stato - ha completato la sua formazione da gesuita negli Stati Uniti, a Chicago, e pubblicato un quantità di libri, saggi e articoli spaziando da Karl Rahner a Walt Whitman e Jack Kerouac, da maestri del cinema come Krzysztof Kieslowski all'arte di Edward Hopper o Andy Warhol fino alla musica di Bruce Springsteen, Tom Waits o Nick Cave. E poi, lo studio delle nuove comunicazioni, la Rete, il progetto culturale «BombaCarta» nato nel 1998, «una delle prime esperienze di scrittura creativa nate su Internet», il sito personale antoniospadaro.net, i blog.

Un salto generazionale che non mancherà di avere conseguenze, com'è ovvio, per «La Civiltà Cattolica». Anche se il nuovo direttore fa osservare: «È dal 1850, dalle sue origini, che la rivista si è posta come qualcosa di innovativo sul piano culturale, pubblicata in italiano e in tutta Italia quando ancora l'Italia non era unita». Ma ora, certo, per «La Civiltà Cattolica» si aprono nuove prospettive in Rete: «In realtà c'è già una pagina Facebook, un account su Twitter non ancora attivo, però è chiaro che andremo verso una presenza maggiore anche in Internet e sui social network».

Il punto però non è questo, spiega padre Spadaro, «la questione non è tecnica, è culturale: che cosa significa, oggi, fare una rivista di cultura?». La riflessione è analoga a quella intorno alla «cyberteologia», perché «la Rete non è un mezzo ma un ambiente culturale che determina uno stile di pensiero, un ambiente di vita: non si tratta di capire come usare bene Internet, ma come vivere bene al tempo di Internet».

Nel sito dedicato allo scrittore emiliano Pier Vittorio Tondelli, padre Spadaro riporta l'immagine di un biglietto scritto con grafia tremante, le ultime parole tracciate in ospedale dal romanziere la notte prima di morire a 36 anni: «La letteratura non salva, mai. Tantomeno l'innocente. L'unica cosa che salva è la fede, l'amore, e la ricaduta (che è come il temporale) della Grazia».


Gian Guido Vecch