jueves, 6 de agosto de 2009

Ciudades del horror

(...) Grazie a Salvatore Barbirotto, che per la storia locale, ed in particolare di quell’episodio, uno dei più importanti della storia di Troina del Novecento, coltiva una grande interesse, oggi possiamo farci un’idea di come hanno gli Americani hanno visto Troina il giorno dopo la fine dei bombardamenti, quando italiani e tedeschi abbandonarono il campo di battaglia di Troina per arretrare su Cesarò in direzione di Messina. Barbirotto si è procurato le copie degli articoli comparsi nei primi giorni di agosto di 66 anni fa sulle pagine del “The New York Times”. Il 7 agosto 1943, The New York Times comparve un lungo articolo di Milton Cracker dal titolo “Duro combattimento a Troina”. Ecco come descriveva lo scontro militare tra le Forze Alleate e quelle dell’Asse il giornalista americano: “ Il più crudele combattimento ingaggiato dagli americani in Sicilia è infuriato attorno a Troina, una città prima d’ora troppo piccola per comparire sulle guide ma d’ora innanzi di sicuro deve essere scritta indelebilmente negli archivi della Settima Armata Americana. Mentre a sette miglia a sud ovest gli uomini del gen. Patton ha fatto indietreggiare i tenaci difensori tedeschi e conquistando il paese di Gagliano, la battaglia per Troina diventava sempre più un inferno sotto il fuoco preciso assassino dei cannoni ”. Sullo stesso giornale il 9 agosto 1943 compariva un lungo articolo dal titolo “Troina una città dell’orrore, che gli Americani trovano all’entrata”, inviato con cablogramma da Troina da Herbert L. Matthews: “Entrai con le ultime unità e trovai una città di orrore, vuota di Tedeschi ma sorprendentemente viva con uomini, donne e bambini isterici che piangevano. Erano rimasti lì per due terribili giorni di bombardamenti, vedendo i loro cari feriti, le loro case distrutte e qualunque cosa lasciata era stata spietatamente saccheggiata dai Tedeschi alla partenza. Essi maledivano i Tedeschi in un tono che qualche volta si innalzava in urla. Questi Tedeschi e Benito Mussolini erano gli oggetti della loro rabbia”. Doveva essere terribile quel quadro di Troina di 60 anni che appariva agli Americani.

Gracias, Silvano Privitera....